Questa è la mozione che presenteremo in Regione lunedì 28 novembre.
IL TEMPO E' SCADUTO: VOGLIAMO I REGIONALI VELOCI!!!
Commissione Attività Produttive della Regione Liguria - Audizione del 28 novembre 2011
Il Contratto di Trasporto regionale, siglato tra la Regione Liguria e Trenitalia, ha mostrato,fin da subito, notevoli criticità nell’impostazione delle tracce orarie. Il piano di esercizio dei treni regionali si presenta, infatti, come “MONOSERVIZIO”: non esistono treni solo metropolitani per l’area genovese, solo a medio raggio per il vicino ponente (Savona) e il vicino levante (Chiavari, Rapallo), né, tanto meno, treni a “lungo raggio” - che potremmo definire regionali veloci o regioexpress – per la provincia di Imperia e per La Spezia.
Questo piano di servizio è talmente insufficiente e mal regolato, che necessita della sussidiarietà dei treni IC (Inter City), treni non concepiti per il traffico pendolare e per ora(ma solo fino al 2014) regolati (e non tutti) dal Contratto Nazionale sul Trasporto Universale. Per permettere l’accesso a questa tipologia di treni, INDISPENSABILI per muoversi verso Genova dalla Provincia di Imperia e da La Spezia, la Regione ha dato vita alla Carta Tuttotreno. Questo ulteriore titolo di viaggio consente, ai possessori di abbonamento regionale, di accedere ai treni IC, senza alcuna disponibilità di posti a sedere e considerati, da Trenitalia, come indesiderati ospiti.
CHIEDIAMO CON FORZA UN PIANO DI ESERCIZIO A TRE LIVELLI
Metropolitano Servizio per l' area “Grande Genova” (Arenzano-Recco)
Medio Raggio Servizio per il vicino Ponente e Levante (raggio di 50 km da Genova)
Lungo Raggio Servizio per la Provincia di Imperia e La Spezia attraverso Treni Regionali Veloci con tempi di percorrenza, fermate e materiale rotabile paragonabili a quello degli attuali IC
Riteniamo utile evidenziare il caso del treno regionale 11378 in partenza alle ore 14.53 da
Ge Principe e diretto a Ventimiglia.
Abbiamo proposto una revisione della traccia oraria, finallizzata a diminuire il tempo di
percorrenza, durante un incontro pubblico a Taggia nel novembre 2009, presente l’assessore Vesco. La situazione non si e' modificata finche' non e' stato possibile interagire direttamente con l' allora direttore del trasporto regionale (dott. Pagani) grazie
alla comune frequentazione del treno matuttino: con il suo intervento e nel giro di 24 ore abbiamo avuto la conferma che la traccia oraria proposta era plausibile e sarebbe stata inserita nel successivo cambio di orario. Dall' incontro pubblico di Taggia erano trascorsi oltre un anno e svariate riunioni con il personale dell' Assessorato ai Trasporti!
L' esempio dimostra che si puo' migliorare il servizio ottimizzando e razionalizzando le
risorse disponibili.
sabato 26 novembre 2011
martedì 22 novembre 2011
VOGLIAMO I REGIONALI VELOCI !!!
DI SEGUITO IL COMUNICATO STAMPA CONDIVISO CON ALTRI COMITATI PENDOLARI DELLA LIGURIA
VI PREGHIAMO DI LEGGERLO CON ATTENZIONE...
Ma di quale piano di esercizio dei treni parlano Giunta e opposizione in Regione?
Dopo anni di sostanziale silenzio dei gruppi consiliari di opposizione in Regione Liguria sul tema trasporto ferroviario ligure, ci ha molto stupito che oggi alcuni consiglieri del Pdl, della Lega Nord e della Lista Biasotti si siano accorti delle gravi lacune contenute nel sempre più striminzito piano di esercizio dei treni regionali liguri e si siano accorti che i tagli decisi dal governo Berlusconi con una delle numerose manovre finanziarie correttive minacciavano l'esistenza stessa del trasporto ferroviario ligure nel 2012.
Noi, nella totale autonomia da qualsiasi condizionamento politico, di appartenenza o di area, in questi anni abbiamo più volte formulato critiche, anche aspre, alla politica dei trasporti portata avanti dalla Giunta Burlando, ma non possiamo che stigmatizzare l'improvviso risveglio di una opposizione non credibile su queste tematiche.
Poniamo una domanda maliziosa: forse l'opposizione ligure (ex maggioranza a livello nazionale) fino al giorno in cui il governo Berlusconi ha rassegnato le dimissioni, non si è occupata di trasporto ferroviario perché in grande difficoltà a "difendere" il taglio di 1,6 miliardi di euro operato da quell'esecutivo? Mentre oggi con un governo Monti (nei confronti del quale si possono tenere le mani libere) conviene cavalcare le preoccupazioni di migliaia di pendolari liguri?
Noi crediamo sia necessario fare chiarezza.
Nei giorni scorsi la giunta regionale ligure, attraverso l'Assessore ai Trasporti Vesco, recependo i numerosi appelli formulati dal Coordinamento dei Pendolari Liguri, dai Pendolari del Ponente, da GenovaMilano, da MDC e dal WWF, ha di fatto operato una netta marcia indietro rispetto a quanto annunciato un mese fa: nessun taglio radicale dal 12 dicembre (ricordiamo che un mese fa si erano prospettati il passaggio da un piano di esercizio di 248 treni/giorno ad uno che prevedeva solo 69 treni/giorno e aumenti tariffari dell'ordine del 15-20%.
Nessun taglio radicale subito, bensì solo una limatura dei treni sabatali e festivi e un aumento del 5% degli abbonamenti e del 10% dei biglietti. Nell'originario programma era contenuta l'abolizione della Carta Tuttotreno, in quello della settimana scorsa si parla di una eventuale rimodulazione tariffaria legata al chilometraggio.
La regione, insomma, decide una sospensione dei tagli radicali di almeno 2 mesi in attesa delle decisioni del governo Monti rispetto al ripristino dei fondi destinati al tpl.
Per questo motivo, responsabilmente, anche noi abbiamo deciso di fare la nostra parte: sospensione del giudizio delle scelte della regione e startup di una forte azione mediatica sul governo Monti affinché restituisca i fondi necessari a garantire la mobilità di milioni di italiani che concorrono allo sviluppo economico del sistema paese.
In questo quadro, insieme ad altre decine di comitati pendolari italiani, nei prossimi giorni veicoleremo un appello al Presidente del Consiglio e Ministro dell'Economia Mario Monti e al ministro dello sviluppo economico, delle infrastrutture e dei trasporti Corrado Passera.
Ma è nostro compito rimarcare ancora una volta come la qualità del trasporto ferroviario ligure sia scadente (aldilà dei tagli) rispetto a quella che si può riscontrare in altre regioni, Lombardia e Toscana, per esempio.
Innanzitutto il piano di esercizio dei regionali liguri è un piano mono-servizio tanto insufficiente che per funzionare necessita della sussidiarietà dei treni a medio lunga percorrenza, ovvero gli IC (treni a tariffa calmierata e regolati dal Contratto Nazionale sul Trasporto Universale) ma non solo, addirittura i treni di mercato, ovvero gli ex Eurostarcity (dal 12 dicembre FB) ossia treni in cui le tariffe rispondono ad esclusivi criteri di congruietà con i costi economici aziendali.
In altre regioni per andare da un capoluogo di provincia ad un altro esistono treni regionali veloci (regioexpress) che effettuano pochissime fermate e hanno tempi di percorrenza paragonabili a IC e FB. In Liguria per andare dalla Spezia a Genova non esistono regionali veloci che effettuino 4 fermate al massimo (Sestri Levante, Chiavari, Rapallo, Santa Margherita) bensì solo regionali calesse che effettuano decine e decine di fermate con tempi di percorrenza appunto da calesse ottocentesco.
Questo perché il piano di esercizio ligure è appunto mono-servizio e non pluri-servizio come quello di altre regioni.
Non esistono treni autenticamente solo metropolitani o suburbani (terzo livello) come le linee S lombarde, non esistono treni diretti (ovvero serventi più bacini provinciali con un numero di fermate ampio, ovvero il secondo livello), non esistono, come detto, treni regioexpress che uniscano velocemente Genova con gli altri 3 capoluoghi.
Un piano mono-servizio, scadente, obsoleto, molto poco utile. Un piano che assegna a IC e FB compiti di sussidiarietà prendendo atto della propria carenza.
E' per questo che la regione Liguria anni fa diede vita alla carta Tuttotreno. Nell'impossibilità di offrire a migliaia di propri abbonati propri treni veloci utili al pendolarismo, ha preferito (spendendo molto meno) versare un contributo annuale a Trenitalia affinché gli abbonati potessero utilizzare IC e FB a prezzo calmierato.
Dov'era l'opposizione? Perché non ha mai criticato questo piano?
Dov'era l'opposizione quando il ministero dei trasporti (stesso colore politico) ha ridotto gli stanziamenti per il contratto nazionale sul trasporto universale imponendo di fatto a Trenitalia di trasformare ex treni cofinanziati (IC) in treni mercato (ESCity, ora FB)? Il destino dei Genova-Roma (molto utilizzati da pendolari spezzini) è tutto in questa scelta. Tutta interna al centrodestra.
In altre regioni (di centrodestra o di centrosinistra) la programmazione ha prodotto importanti risultati e in quelle realtà il trasporto ferroviario è al tempo stesso capillare, frequente e veloce.
In Liguria no.
Molto per colpe dell'attuale Giunta, ma sicuramente anche grazie ad una opposizione assolutamente assente o non preparata su queste tematiche.
E' per queste ragioni che siamo stati fuori dalla demagogia, ma è per queste ragioni che abbiamo lottato e lotteremo per ottenere un piano di esercizio dei treni liguri di stampo lombardo o toscano!
VI PREGHIAMO DI LEGGERLO CON ATTENZIONE...
Ma di quale piano di esercizio dei treni parlano Giunta e opposizione in Regione?
Dopo anni di sostanziale silenzio dei gruppi consiliari di opposizione in Regione Liguria sul tema trasporto ferroviario ligure, ci ha molto stupito che oggi alcuni consiglieri del Pdl, della Lega Nord e della Lista Biasotti si siano accorti delle gravi lacune contenute nel sempre più striminzito piano di esercizio dei treni regionali liguri e si siano accorti che i tagli decisi dal governo Berlusconi con una delle numerose manovre finanziarie correttive minacciavano l'esistenza stessa del trasporto ferroviario ligure nel 2012.
Noi, nella totale autonomia da qualsiasi condizionamento politico, di appartenenza o di area, in questi anni abbiamo più volte formulato critiche, anche aspre, alla politica dei trasporti portata avanti dalla Giunta Burlando, ma non possiamo che stigmatizzare l'improvviso risveglio di una opposizione non credibile su queste tematiche.
Poniamo una domanda maliziosa: forse l'opposizione ligure (ex maggioranza a livello nazionale) fino al giorno in cui il governo Berlusconi ha rassegnato le dimissioni, non si è occupata di trasporto ferroviario perché in grande difficoltà a "difendere" il taglio di 1,6 miliardi di euro operato da quell'esecutivo? Mentre oggi con un governo Monti (nei confronti del quale si possono tenere le mani libere) conviene cavalcare le preoccupazioni di migliaia di pendolari liguri?
Noi crediamo sia necessario fare chiarezza.
Nei giorni scorsi la giunta regionale ligure, attraverso l'Assessore ai Trasporti Vesco, recependo i numerosi appelli formulati dal Coordinamento dei Pendolari Liguri, dai Pendolari del Ponente, da GenovaMilano, da MDC e dal WWF, ha di fatto operato una netta marcia indietro rispetto a quanto annunciato un mese fa: nessun taglio radicale dal 12 dicembre (ricordiamo che un mese fa si erano prospettati il passaggio da un piano di esercizio di 248 treni/giorno ad uno che prevedeva solo 69 treni/giorno e aumenti tariffari dell'ordine del 15-20%.
Nessun taglio radicale subito, bensì solo una limatura dei treni sabatali e festivi e un aumento del 5% degli abbonamenti e del 10% dei biglietti. Nell'originario programma era contenuta l'abolizione della Carta Tuttotreno, in quello della settimana scorsa si parla di una eventuale rimodulazione tariffaria legata al chilometraggio.
La regione, insomma, decide una sospensione dei tagli radicali di almeno 2 mesi in attesa delle decisioni del governo Monti rispetto al ripristino dei fondi destinati al tpl.
Per questo motivo, responsabilmente, anche noi abbiamo deciso di fare la nostra parte: sospensione del giudizio delle scelte della regione e startup di una forte azione mediatica sul governo Monti affinché restituisca i fondi necessari a garantire la mobilità di milioni di italiani che concorrono allo sviluppo economico del sistema paese.
In questo quadro, insieme ad altre decine di comitati pendolari italiani, nei prossimi giorni veicoleremo un appello al Presidente del Consiglio e Ministro dell'Economia Mario Monti e al ministro dello sviluppo economico, delle infrastrutture e dei trasporti Corrado Passera.
Ma è nostro compito rimarcare ancora una volta come la qualità del trasporto ferroviario ligure sia scadente (aldilà dei tagli) rispetto a quella che si può riscontrare in altre regioni, Lombardia e Toscana, per esempio.
Innanzitutto il piano di esercizio dei regionali liguri è un piano mono-servizio tanto insufficiente che per funzionare necessita della sussidiarietà dei treni a medio lunga percorrenza, ovvero gli IC (treni a tariffa calmierata e regolati dal Contratto Nazionale sul Trasporto Universale) ma non solo, addirittura i treni di mercato, ovvero gli ex Eurostarcity (dal 12 dicembre FB) ossia treni in cui le tariffe rispondono ad esclusivi criteri di congruietà con i costi economici aziendali.
In altre regioni per andare da un capoluogo di provincia ad un altro esistono treni regionali veloci (regioexpress) che effettuano pochissime fermate e hanno tempi di percorrenza paragonabili a IC e FB. In Liguria per andare dalla Spezia a Genova non esistono regionali veloci che effettuino 4 fermate al massimo (Sestri Levante, Chiavari, Rapallo, Santa Margherita) bensì solo regionali calesse che effettuano decine e decine di fermate con tempi di percorrenza appunto da calesse ottocentesco.
Questo perché il piano di esercizio ligure è appunto mono-servizio e non pluri-servizio come quello di altre regioni.
Non esistono treni autenticamente solo metropolitani o suburbani (terzo livello) come le linee S lombarde, non esistono treni diretti (ovvero serventi più bacini provinciali con un numero di fermate ampio, ovvero il secondo livello), non esistono, come detto, treni regioexpress che uniscano velocemente Genova con gli altri 3 capoluoghi.
Un piano mono-servizio, scadente, obsoleto, molto poco utile. Un piano che assegna a IC e FB compiti di sussidiarietà prendendo atto della propria carenza.
E' per questo che la regione Liguria anni fa diede vita alla carta Tuttotreno. Nell'impossibilità di offrire a migliaia di propri abbonati propri treni veloci utili al pendolarismo, ha preferito (spendendo molto meno) versare un contributo annuale a Trenitalia affinché gli abbonati potessero utilizzare IC e FB a prezzo calmierato.
Dov'era l'opposizione? Perché non ha mai criticato questo piano?
Dov'era l'opposizione quando il ministero dei trasporti (stesso colore politico) ha ridotto gli stanziamenti per il contratto nazionale sul trasporto universale imponendo di fatto a Trenitalia di trasformare ex treni cofinanziati (IC) in treni mercato (ESCity, ora FB)? Il destino dei Genova-Roma (molto utilizzati da pendolari spezzini) è tutto in questa scelta. Tutta interna al centrodestra.
In altre regioni (di centrodestra o di centrosinistra) la programmazione ha prodotto importanti risultati e in quelle realtà il trasporto ferroviario è al tempo stesso capillare, frequente e veloce.
In Liguria no.
Molto per colpe dell'attuale Giunta, ma sicuramente anche grazie ad una opposizione assolutamente assente o non preparata su queste tematiche.
E' per queste ragioni che siamo stati fuori dalla demagogia, ma è per queste ragioni che abbiamo lottato e lotteremo per ottenere un piano di esercizio dei treni liguri di stampo lombardo o toscano!
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